Chiese

San Giovanni Battista

La chiesa di S. Giovanni Battista è una delle chiese più antiche di Siniscola. Nel 1496 non era ancora chiesa parrocchiale, divenne nell'anno 1583 per volontà di Mons. Gaspare Vincenzo Novella . 

Nel corso degli anni si è provveduto alla manutenzione ordinaria, a ristrutturazioni e addirittura alla riedificazione. Guardando gli interventi più consistenti dell'edificio possiamo fermare l'attenzione su 5 stadi. 

 1° stadio - La chiesa non ancora parrocchiale (1496-1583): 

 Del primo stadio non si sa molto, si è riusciti a sapere per deduzione, dalla conoscenza dei lavori fatti in tempi successivi, che si può considerare il periodo che corre la costruzione e la sua elevazione. Nel 1583 divenne chiesa Parrocchiale in sostituzione a quella di S. Anastasia. 

 

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2° stadio- La chiesa diventa Chiesa Parrocchiale (1583-1750): 

Nel periodo che va dal 1583 al 1750 possiamo identificare il secondo stadio, che vede molti interventi sulla struttura dell'edificio. Si tratta principalmente dell'ampliamento necessario per il nuovo “status” di chiesa Parrocchiale e della costruzione o ristrutturazione di diversi altari e cappelle. Già dal 1620 venne edificato l'altare della Pietà. Nella visita Pastorale del 30 marzo del 1623 da parte di Mons. Sebastiano Carta, vescovo ausiliare di Cagliari, ordina ai vassalli di portare a termine i lavori e di ampliare le 2 arcate, affinché la gente non stia stretta nella chiesa e possano svolgersi decentemente i divini uffici. 

Il 25 maggio del 1640 il Can. Tomaso Bachis, commissario dell'Arcivescovo di Cagliari, ordinò la costruzione di una nuova cappella, tra cui quella di S. Sebastiano e il pulpito. Nel 1631 venne fondata la cappella di N.S di Buon Cammino. 

In questo periodo in aggiunta all'altare maggiore si eressero molti altri altari. Il Rettore Ventura, nella sua relazione del 15 maggio 1738, conferma e precisa che oltre all'altare del santo patrono esistevano dodici altari e due cappelle. 

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3° stadio - Ristrutturazione ad opera del R.re Ventura (1750-1833): 

Il terzo stadio consiste in una una ristrutturazione tra le più significative della chiesa Parrocchiale, anzi si può considerare una vera a propria ricostruzione voluta fortemente dal Rettore Simone Ventura. I lavori iniziarono nel 1717, ma l'antica chiesa di S. Giovanni fu demolita per ordine del R.re Ventura e nuovamente riedificata a sue spese con il concorso della comunità, che fornì il materiale occorrente. Nel 1728 il R.re Ventura morì e il R.re Solis, aggiunse che la riedificazione avvenne nel 1750 e che per essa si prestò tutto il popolo, collaborando alla costruzione, oltre che ad aver fornito il materiale necessario. Poiché i lavori di ricostruzione durarono a lungo, essendo inagibile, la chiesa si trasferì in quella di N.S D'Itria, che divenne parrocchia aggiuntiva. Purtroppo il R.re Naytana, successore di Ventura, frequentemente assente dalla parrocchia, trascurava la manutenzione della chiesa al punto che il Vescovo Serra Urru, in occasione della visita pastorale del 1782 ordinò che venisse ripulita dai nidi delle rondini e che al più presto si mettessero i vetri a tutte le finestre. Portati a compimento i lavori si riprese l'usanza dei seppellimenti, fino al 1833. 

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4° stadio - Costrizione del campanile e ristrutturazione ad opera del R.re Sebastiano Carboni (1833-1882): 

Il quarto stadio si può identificare nel periodo tra gli anni 1833-69, che portò alla realizzazione dei lavori della massima importanza. Nel 1833 si dette inizio alla costruzione del campanile che comportava anche la demolizione della cappella di S. Anna . Ciò si rese necessario perché la cella del campanile era situata sopra la sagrestia e per l'accesso si doveva accedere con una scala in legno, con il pericolo dell'incolumità dei sacristi, inoltre il suono delle campane dava disturbo alle sacre funzioni. La costruzione venne portata a termine nel 1840. 

Questi lavori furono eseguiti per ordine del R.re Carboni, essi comprendevano il rifacimento della facciata e del pavimento, l'acquisto di una campana e il coro in noce. Al termine di questi lavori di ampliamento e abbellimento, il 5 maggio 1869 si procedette alla consacrazione della chiesa da parte di Mons. Salv. Angelo Demartis. 

I lavori non vennero fatti a regola d'arte, infatti alcuni anni dopo ci fu la caduta di due navate e della volta, per miracolo non schiacciando un gran numero di persone che pochi minuti prima erano uscite. I lavori di questo quarto stadio riguardano il restauro della Casa parrocchiale che era stata data dal comune come caserma ai soldati. 

Il R.re Angius nella lettera inviata al vescovo del 5 Agosto 1882, che attribuiva la responsabilità della riparazione dei danni, in qualità di sindaco. Di fronte al rifiuto del comune il R.re procedette al restauro a sue spese. 

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5° stadio (1900-1960): 

Completata la struttura della chiesa, si operarono dei miglioramenti e delle modifiche riguardanti l'interno. Nel 1911 venne donato un pulpito in marmo, che negli anni sessanta sarà eliminato, per volontà di Don Diego Calvisi. Negli anni 1915-18 per iniziativa del Rettore Lovico, ci furono importanti lavori di restauro, tra cui la riparazione del tetto, l'incatramazione della cupola e la demolizione e ricostruzione dell'altare maggiore. Nel 1941 fu demolito l'altare maggiore in pietra e calce del 1918, ad opera di Mons. Pier Raimondo Calvisi e ne fu eretto uno nuovo in marmo che fu consacrato dal Vescovo Felice Beccaro. Intorno al 1965 il Parroco don Diego Calvisi fece demolire l'altare del 1918, costruendone uno nuovo rivolto verso il popolo, secondo la Costituzione conciliare “Sacrosanctum Concilium” e fece demolire il coro in noce del 1863. 

Chiesa del Rosario

La storia di questo luogo si accompagna con quella della chiesa di Sant’Anastasia (l’antica chiesa parrocchiale, la cui costruzione avvenne certamente in data anteriore al 1496). Infatti la Confraternita del Rosario, istituita dal vescovo il 22 ottobre 1651, svolse inizialmente la sua attività presso la chiesa di Sant’Anastasia, ormai decadente. 

 Per questo motivo i confratelli, dopo aver costruito un Oratorio a fianco ai ruderi della vecchia parrocchiale, pensarono di costruire una nuova chiesa da dedicare alla Beata Vergine del Rosario. 

 Il nuovo santuario, edificato dove sorgeva l’Oratorio, fu portato a termine intorno al 1803. Nel 1915 fu abbellita con delle pitture, probabilmente dello stesso autore che curò i dipinti della chiesa parrocchiale e venne completato il presbiterio. 

 Attualmente è sede della Confraternita maschile e femminile del Rosario (confratelli e consorelle) che animano i riti tradizionali durante tutto l’anno liturgico, in particolare quelli della Settimana Santa. 

Chiesa Sant'Antonio da Padova

La chiesa fu eretta nel 1646 e dedicata a Sant’Antonio di Padova, sebbene a Siniscola si festeggiasse soprattutto sant’Antonio abate. La festa del primo ricorre il 13 giugno, preceduta dalla tredicina in suo onore; il 16 gennaio, vigilia della festa di S. Antonio abate, dopo il Vespro viene acceso nella piazzetta antistante un grande falò di frasche di rosmarino (Su Olone). A fianco della chiesa si trova il complesso della Scuola d’Infanzia parrocchiale, intitolata proprio a Sant’Antonio. 

Chiesa di Sant ' Efisio

Il 25 ottobre 1706 il siniscolese Giovanni Efisio Nieddu chiese all’arcivescovo di Cagliari il permesso di costruire a proprie spese, in località “Sa Palma” (distante più o meno un chilometro e mezzo dall’abitato) una chiesa in onore del martire Sant’Efisio, in un luogo dove molti lavoratori e pastori avrebbero potuto fermarsi a pregare prima di accudire ai propri impegni. Intorno al 1720 la costruzione venne completata. 

Andata però in rovina con il passare del tempo, non fu più oggetto di manutenzione e negli anni Sessanta del secolo scorso era ridotta ad un rudere. 

Nel 1968, accanto agli antichi resti, per volontà dell’allora parroco don Diego Calvisi, venne edificata una nuova chiesa. 

La celebrazione della festa avveniva la terza domenica di ottobre, tuttavia da qualche anno è stata trasferita alla quarta domenica dello stesso mese (dopo le feste di N.S. del Rosario e di N.S. delle Grazie). 

Chiesa San Giuseppe

La costruzione della chiesa di san Giuseppe, iniziata negli anni 1670-1680 fu terminata nel primo ventennio del secolo successivo, è situata a circa un chilometro dal centro abitato, alle pendici del Montalbo e a ridosso delle sorgenti di Frunch’ ‘e Oche. 

 La presenza di copiose sorgenti ha contribuito allo sviluppo di numerosi insediamenti umani perché vi sono vicini i resti di un villaggio nuragico di Luthuthai. Il promotore della costruzione fu il sac. Giovanni Giuseppe Sanna, che aveva già iniziato i lavori e curato la costituzione del patrimonio. 

 L’opera fu completata dai suoi familiari. Non si sa con certezza se il santuario sia stato costruito sulle rovine di una più antica costruzione pagana o cristiana. 

 La chiesa, che è stata negli ultimi decenni completamente restaurata, dispone anche di un vasto cortile e di diversi locali; ogni anno la comunità si riunisce per la celebrazione della novena in preparazione alla festa del 19 marzo. 

Chiesa della Madonna della Salute

La sorgente sacra di Luittu, situata ad est di Siniscola nei primi rilievi del Montalbo, per le sue acque salutari fin dall’antichità più remota, è stata meta di pellegrini che affluivano per cercare rimedio ai loro mali. 

La costruzione di una chiesa in onore dell’apostolo Pietro è documentata per la prima volta nel 1602 ma che doveva essere stata costruita in epoca più antica e varie volte ristrutturata. Il 24 settembre 1811 venne benedetto il nuovo edificio, voluto dai sacerdoti di Siniscola e dedicato con il titolo N.S. della Salute. 

Recentemente un gruppo di persone volontarie hanno salvato la costruzione e inserito nella nuova struttura un arco della costruzione precedente ed è stata benedetta e riaperta al culto il 21 giugno 1997. 

Chiesa di San Simplicio e Bartolomeo

Di una chiesa dedicata al vescovo San Simplicio se ne hanno testimonianze fin dal 1496. Il santuario è situato in prossimità della stradina, ora utilizzata da contadini e pastori, che in passato collegava la Piana di Siniscola con gli insediamenti di Torpè e di sant’Anna di Lodè, nelle cui vicinanze sorgevano i villaggi di Lonne e di Su Murtarju, del quale faceva parte come chiesa parrocchiale. 

La dedicazione dell’edificio anche all’apostolo San Bartolomeo, successiva all’erezione della chiesetta, è dovuta alla presenza nella chiesa della statua del santo che forse fu patrono della chiesa parrocchiale del villaggio di Lonne andato completamente distrutto. 

Oltre che per la presenza di nuraghi ormai scomparsi, il sito doveva avere anche una grande valenza religiosa per la prossimità con una necropoli. Un motivo che fa supporre un impianto paleocristiano della chiesa di san Simplicio è l’orientamento della facciata verso oriente: i costruttori hanno volutamente seguito la tradizione che voleva i loro templi precristiani (nuraghi, tombe dei giganti, pozzi sacri) rivolti verso il sole nascente. Anche la presenza delle cumbessias, gli alloggi costruiti a ridosso dell’edificio sacro, richiama all’antico rito incubatorio che pare fosse praticato dentro i nuraghi o in capanne adiacenti, del quale si conservava memoria nell’usanza di dormire in alcuni santuari campestri durante le feste. 

Chiesa di San Giacomo

Nel territorio di Siniscola ci sono state nel tempo due chiese intitolate all’apostolo Giacomo: la prima nota come “Santu Jaccu Ezzu”, di cui restano i ruderi nella località conosciuta con questo stesso nome, e la seconda, recentemente restaurata, a circa sei chilometri da Siniscola, a qualche centinaio di metri dalla SS 131 dcn. L’attuale edificio venne costruito sulle fondamenta di un’antica tomba dei giganti della quale non è rimasta traccia. Il complesso si trova nelle vicinanze del Rio Locòli, per offrire un rifugio ai passanti, contadini e pastori sopresi dalle piene del fiume e fu benedetto il 17 ottobre 1861. 

Chiesa di Sant ' Elena

La chiesa di Sant’Elena imperatrice fu edificata nel 1796 sul luogo dove sorgeva l’antica chiesa di san Sisto Papa. Oggetto di numerose dispute tra i parroci e la famiglia Puxeddu, che ne ha sempre rivendicato il diritto di patronato, alla fine del XIX sec. andò in rovina.

 Fu riedificata, con la facciata che ricorda un modello ridotto della cattedrale di Nuoro e consacrata dal vescovo Canepa durante la visita pastorale del 1910.

Venne restaurata da un gruppo di fedeli volenterosi nel 1985, ma attualmente versa nuovamente in stato di abbandono.

 Recentemente è stato costituito un comitato per il ripristino di questo luogo di culto.

Chiesa Nostra Signora del Carmine

La chiesa della B.V. del Carmelo fu costruita attorno al 1724 a ridosso delle antiche mura, nelle vicinanze della “porta” chiamata Gortona.

Da una lapide esistente nella chiesa si apprende che nel 1925 venne fatto un importante restauro per iniziativa del parroco Salvatore Fadda e da un religioso carmelitano di Siniscola, P. Andrea Funedda.

Durante l’anno questo luogo di culto si anima soprattutto per la novena e la festa della Madonna del Carmelo, il 16 luglio.